sabato 5 ottobre 2013

Come motivare una squadra


Come motivare una squadra:
In qualsiasi squadra sportiva (calcio, pallacanestro, pallavolo ecc) nulla può influire la prestazione di un giocatore come una perdita improvvisa della motivazione. Il lavoro fisico, atletico è senza subbio importante, ma corpo e mente si muovono di pari passo ed è opportuno raggiungere i livelli di motivazione adeguata e accompagnare gli atleti alla vittoria.

Che tu sia un allenatore, un atleta, un dirigente, in questa guida ti fornirò alcuni suggerimenti per gestire lo stato d’animo di una squadra e fargli acquisire le capacità di reagire allo stress o recuperare nel caso di una normale sconfitta. Si tratta di linee guide basilari e occorre sempre valutare in base ad ogni singola squadra quale punto approfondire.
In ogni caso, ecco 4 punti da seguire per un buon allenamento mentale:
1. Dichiarazione di intenti
2. Visualizzazione
3. Responsabilità condivisa
4. Gestione dello stress



1 – Dichiarazione di intenti
Ad inizio stagione è bene definire l’obiettivo principale. Definire l’obiettivo è l’essenza della motivazione in qualsiasi settore compreso quello sportivo. Una squadra vincente deve essere a “conoscenza” che sta lottando per un trofeo o per un campionato. Scrivi l’obiettivo su una lavagna, discutine, definiscilo bene con la squadra.
In alcuni casi potrebbe essere utile trascrivere l’obiettivo su uno o più fogli di carta o stamparlo con l’ausilio di un computer per poi tappezzare i principali luoghi frequentati dai calciatori durante gli allenamenti.



2 – Visualizzazione
Un adeguato esercizio di visualizzazione prima di una partita dovrebbe diventare un abitudine per un atleta. Sono tanti i giocatori di tennis o di basket che hanno ottenuto risultati sconvolgenti grazie alla visualizzazione. Il principio su cui si basa è “semplice” o meglio: la nostra mente non distingue la realtà da quello che viene immaginato in modo vivido. Se noi riusciamo a vedere, immaginare un’azione, la nostra mente non riesce a distinguerla dalla realtà.
In pratica devi dare la possibilità alle mente di vedere, sentire ed esprimere emozioni positive sulle prossime azioni di gioco. Per esempio, nel calcio potresti far immaginare battere una punizione o tirare un rigore, nel basket, un tiro libero ecc. ecc.
E sai cosa succede? Quando nella realtà di presenterà un azione di gioco simile a quella che è stata immaginata, la parte inconscia della mente dell’atleta tenderà a ripetere quello che più volte ha immaginato.
Esempio:
Supponi che un giocatore di basket voglia migliorare le prestazioni nel tiro libero:
Fase A:  
Chiedi all’atleta di immaginare un’azione di successo mentre la palla va a canestro. L’immaginazione deve necessariamente coinvolgere tutti i sensi (vista, udito, olfatto, gusto e tatto).  Supportalo con delle domande: quale espressione degli occhi devi avere? Quali emozioni? Come deve essere lo sguardo?Che postura? Come respiri mentre la palla va a canestro? Cosa senti? Come sono i colori ecc. ecc.
Fase B: 
Ripetere l’esercizio dieci volte, in modo che diventi sempre più facile e veloce eseguire i movimenti. L’allenamento mentale deve essere svolto almeno per una ventina di giorni per apprezzarne i risultati.
Ci sono casi in cui il coach prenda ad esempio un campione di riferimento, utilizza dei video o coinvolga anche altri giocatori per costruire una scena collettiva. Comunque già la visualizzazione in sé, quella che abbiamo visto, è di una straordinaria efficacia.



3 – Responsabilità condivisa
Le responsabilità dei giocatori bisogna distribuirla equamente. E’ un principio semplice e senza la quale –secondo me- si farebbe difficoltà a parlare di squadra. Evita quindi, di identificare uno o due giocatori come leader della squadra. Concentrarsi sulle competenze di una solo giocatore, potrebbe demotivare il resto della squadra.
Devi gestire, devi distribuire equamente la responsabilità dei giocatori nei discorsi negli spogliatoi, prima di iniziare una partita. Cerca di coinvolgere tutti i giocatori indistintamente, ognuno ha il suo ruolo e tutti compongono la squadra che li porterà alla vittoria.
Ogni maledetta domenica: discorso motivante



4 – Gestione dello stress
Insegnare ai giocatori a gestire lo stress generato durante la competizione è utile sia per controllare i nervi sia per evitare che sfocino paure. Innanzitutto è buona norma spiegare ai giocatori cosa devono aspettarsi durante ogni partita, quali potrebbero essere le difficoltà. Spesso ci si spaventa più di quello che non conosciamo, rispetto a quello che potrebbe davvero accadere.
E poi, come primo esercizio, insegnare agli atleti ad utilizzare una corretta respirazione diaframmatica.
Giuseppe potresti fare un esempio di respirazione?
Proviamo insieme:
Fermati qualche secondo e comincia a respirare profondamente…chiudi gli occhi se vuoi….e mentre senti il terreno sotto i piedi… mantieni una postura corretta…ora cerca di inspirare con il naso gonfiando solo la pancia e lasciando fermo il torace…
Poi espira con la bocca aperta… sgonfiando la pancia…concentrati e ascolta il tuo respiro, l’aria che entra ed esce dai tuoi polmoni…rallenta il respiro sino a quando puoi contare fino a 5 secondi di inspirazione e 5 secondi di espirazione…
Continua a respirare fino a quando il tuo stato d’animo è totalmente rilassato e sicuro…
Ti consiglio di eseguire gli esercizi mentre ascolti musica rilassante o anche classica, cosi il cuore si sincronizzerà col ritmo della respirazione.


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